Cosa sono le stock options

Nell’era di Internet non c’è persona che non abbia almeno pensato di giocare in borsa. Si investe su tutto, aziende, petrolio, tecnologia, energie rinnovabili. Da alcuni anni è subentrata una nuova tendenza che oggi ha ormai un considerevole ruolo sulle remunerazioni di molti top manager e dipendenti: le Stock Option. Verso la metà degli anni ’90, con l’avvento dell’ hi-tech e di tutte quelle nuove tendenze che hanno contraddistinto quel periodo e una grossa fetta del mercato, non furono pochi i dipendenti, di grandi aziende quotate in borsa, che diventarono milionari. Dopo questa rapida diffusione sul suolo americano, all’inizio degli anni duemila, arrivano anche in Europa e succesivamente anche in Italia si diffuse questo fenomeno.

Le Stock option: come funzionano

Sono un sistema remunerativo che le grandi aziende adoperano per fidelizzare i propri dipendenti e aumentare gli introiti e i valori dell’azienda sul mercato mondiale. Il sistema delle stock option si basa sulla divisione dello stipendio in una porzione fissa ed in una vincolata dall’andamento del titolo sul mercato. Ciò significa che è lo stesso dipendente responsabile del suo guadagno, rendendo il lavoro di squadra e la maggiore produttività, punti chiave per un maggiore introito. Per ottenere un profitto, le quotazioni devono crescere dalla fase del grating a quelle dell’exercise così, in tal modo, il dipendente avrà l’occasione di acquisire le azioni al prezzo originario prefissato, conseguendo il potenziale guadagno dato dalla differenza di questi due valori.

Strike price, grating, e vesting e exercising

Probabilmente queste tre parole se non inserite in un contesto adeguato, non diranno nulla a chi non è del settore. Strike price, grating e exercising sono alla base di chi vuole guadagnare con le stock option.

Come già detto, le stock option sono la possibilità di acquisire azioni dell’azienda o di altre facenti parte allo stesso gruppo, ad un prezzo definito. Queste acquisiscono valore solo quando il prezzo d’esercizio, ovvero lo strike price, è molto inferiore rispetto al valore corrente dell’azione valore sottostante. Parlando di stock option bisogna almeno dedicare un breve accenno allo strumento derivato, considerato in finanza come un titolo il cui prezzo si basi sul valore di mercato di un altro strumento finanziario, definito sottostante. Esempi sono gli indici finanziari, valute estere, tassi di interesse.
I possessori delle stock option possono procedere con l’acquisizione delle azioni a prezzo prestabilito, in tempistiche diverse. Tra le possibili opzioni troviamo:

  • Grating: è la fase nella quale l’impresa dà il via libera, ovvero gli dà il diritto di acquistare le azioni in un periodo futuro e ad un prezzo già concordato:
  • Vesting: viene considerato come il periodo di transizione che intercorre dall’offerta all’inizio del periodo per l’esercizio del diritto di opzione);
  • Exercising: questa ultima fase è il momento in cui il dipendente/manager può esercitare il diritto di opzione).

Lo strike price viene definito come il prezzo in cui viene dato la possibilità al possessore di esercitare il potere associato ad un’opzione. Queste opzioni, essendo degli strumenti derivati, possono dividersi in call e put, dove per call si conferisce solo il diritto di comprare un qualsiasi titolo azionario o indice ad uno strike price, mentre nelle put si acquisisce il solo diritto di vendere qualsiasi asset, sempre ad un prezzo prefissato.

Al fine di poter acquisire questo diritto, l’acquirente paga una somma, ovvero il premio. In entrambi i tipi di opzioni possono essere considerate varie tipologie. Tra le citabili ci sono la call europea, che può essere esercitata ad una certa data di scadenza e la call americana che invece è libera e può essere esercitata in qualsiasi periodo tra la stipula del contratto e la sua scadenza. Ci sono altri contratti nel mondo come il call asiatico, delle isole bermuda e svariati e spesso anche molto complessi.

Norme legislative

Le stock option non sono possibili per tutte le società per azioni, ma solo per quelle quotate. Come già spiegato, il guadagno dei possessori dipende dalla differenza dei valori che sono possibilmente cresciuti dalla fase del graing a quella dell’exercise.

Prima del DL 112/2008 del 25 giugno, il profitto non doveva essere inserito nella dichiarazione dei redditi in quanto doveva essere assoggettato ad un’imposta sostitutiva del 12,50% imposto dal capital gain. Dall’entrata in vigore del suddetto decreto, sono state annullate tutte le precedenti imposte, prevedendo invece una tassazione integrale.

Questo delle stock option sembrava un meccanismo ormai più che consolidato. Proprio per questo nei primi anni del suo arrivo in Europa, la busta paga aveva un ruolo secondario, considerando la parte interessante quella ottenuta mediante le stock option.
Il periodo d’oro per questo meccanismo economico, di natura americana e adottato anche in Europa non ha avuto molto successo, e proprio per questo, in pochi anni, a seguito soprattutto del crollo della borsa, queste sono diventate sempre meno attraenti, riprendendo un aspetto più rilevante la busta paga. In diversi casi i valori delle azioni sono crollati, rendendo questi possibili profitti in oro, mera carta da buttare.

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