Il motivo principale per cui ci si dedica all’home brewing è che permette di ottenere una birra genuina, priva di conservanti e non pastorizzata o filtrata, procedure che alterano le caratteristiche fisiche e chimiche della birra. Senza contare l’appagamento derivante dal realizzare un prodotto spesso migliore di alcune birre in commercio.
Ecco alcuni consigli che vi permetteranno di migliorare la qualità della vostra birra casalinga.
Indice argomenti
1. Quale metodo per fare la birra scegliere
Vi sono essenzialmente 3 metodi per fare la birra in casa: kit, estratto e grani. Se siete dei principianti, il modo migliore per iniziare è acquistare il kit di fermentazione, generalmente composto da:
- materie prime: lattina di malto luppolato e lievito secco;
- fermentatore in plastica dotato di rubinetto nella parte inferiore e di valvola di scarico per l’anidride carbonica (“gorgogliatore”);
- termometro adesivo;
- densimetro per monitorare la dimunizione di densità della birra;
- cilindro trasparente per prelevare il mosto;
- prodotto per la sanificazione.
Gli altri due metodi (estratto e grani) sono un po’ più complessi, ma assicurano un maggior controllo sulle varie fasi del processo.
2. La sanificazione
La buona riuscita della birra casalinga dipende anche dalla sanitizzazione che serve a impedire che il prodotto sia contaminato da batteri e lieviti “selvatici” che ne alterino il sapore e l’aroma. Per questo, il kit comprende una polvere detergente per sterilizzare gli attrezzi; si tratta in genere di metabisolfito di potassio, il cui uso come sanitizzante viene spesso messo in discussione per la sua azione selettiva nei confronti dei lieviti. Al suo posto si può usare l’ipoclorito di sodio presente nella candeggina o, in quantità ridotte, nell’amuchina.
3. Come preparare il mosto
Scaldate la lattina di malto luppolato in acqua calda per almeno una decina di minuti per fluidificare l’estratto. Terminata questa operazione, versate il contenuto della lattina in una pentola con circa 3 litri di acqua, aggiungete lo zucchero mescolando vigorosamente con un mestolo e bollite il tutto per non più di 5 minuti. Dopo aver fatto raffreddare il composto, versatelo nel fermentatore aggiundendo tanta acqua fredda quanto basta a raggiungere la capacità indicata nelle istruzioni. Dopo aver verificato che la temperatura del mosto sia di 20°C, con l’aiuto della provetta cilindrica misurate la densità del mosto, evitando di reinserire nel fermentatore il liquido prelevato. Ora aggiungete il lievito precedentemente sciolto in un bicchiere di acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero per attivare la fermentazione.
4. La fermentazione
Chiudete il bidone per la fermentazione e inserite il gorgogliatore che servirà a permettere la fuoriscita di CO2, impedendo contemporaneamente all’aria di entrare. Ponete il bidone a fermentare al buio: la temperatura ideale per la fermentazione è compresa tra i 18° e i 20°C. L’attività fermentativa è dimostrata dai gorgoglii dovuti alla produzione di anidride carbonica e può durare dai 7 ai 10 giorni, o comunque fino a quando non sarà raggiunta la densità indicata nel manuale.
5. Il travaso
Prima di procedere con l’imbottigliamento, è opportuno travasare la birra in un secondo tino per eliminare i sedimenti di lievito depositatisi sul fondo, impedendo così che la birra abbia uno sgradevole aroma di lievito. In questa fase è importante non trascurare l’igiene, ricordandosi di pulire e sanificare con il bisolfito bottiglie e tappi presi qua e là; per accelerare i tempi, è meglio acquistare bottiglie nuove che dovrete semplicemente lavare con un getto di acqua molto calda per eliminare la polvere.
6. Priming
Prima di imbottigliare la birra, occorre aggiungere una certa quantità di zucchero che permetta di riattivare la fermentazione; la quantità di zucchero consigliata è di 6 grammi per litro. Il metodo più diffuso è quello di versare nel secondo contenitore una soluzione zuccherina ottenuta facendo bollire per pochi secondi lo zucchero in poca acqua e facendo poi raffreddare la soluzione alla stessa temperatura della birra. Con una spatola sanificata, mescolate accuratamente i liquidi di diversa densità per impedire che si stratifichino.
7. Rifermentazione
Dopo aver imbottigliato la birra e tappato le bottiglie con l’apposita tappatrice in dotazione nel kit, è arrivato il momento di riporre il prodotto in un luogo buio per la c.d. “maturazione” per un periodo che va da 2 settimane ad un paio di mesi, alla temperatura specificata in ciascuna ricetta. In questo periodo, oltre alla rifermentazione, si assiste ad un raffinamento delle caratteristiche organolettiche della birra. Al termine della maturazione, potrete finalmente gustare il prodotto del vostro lavoro.